Come visitare il Parco nazionale d’Abruzzo

Categoria: Archivio Turismo
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Storia del parco

Il Parco Nazionale d’Abruzzo è a tutti gli effetti il parco nazionale più antico d’Italia, prototipo di un modello che si estenderà a diverse aree della nostra penisola, in primis al massiccio del Gran Paradiso.

E’ il 9 Settembre 1922 quando il Parco d’Abruzzo viene istituito. Nasce per iniziativa di privati, come riserva a cavallo tra i comuni di Opi e Civitella Alfedena, mentre l’Ente parco vedrà la luce soltanto l’anno successivo, quando un decreto legge sancirà ufficialmente l’istituzione dell’area protetta.

L’area dell’alto Sangro e della Marsica era già stata interessata, prima del 900, da iniziative volte alla protezione del territorio ed alla conservazione dei suoi endemismi. Nel 1872 Vittorio Emanuele II istituì infatti un’area protetta, la Riserva Reale dell’alta Val di Sangro, una riserva di caccia che limitava l’accesso all’area, popolata da orsi e camosci. In seguito la proposta di dar vita ad un parco nazionale fu modellata sul prototipo americano di Yellowstone, ed accompagnata da progetti che riusciranno a concretizzarsi solo nel dopoguerra.

Dopo un periodo difficile, segnato dagli abusivismi edilizi degli anni 60, il Parco ha recuperato gradualmente terreno con nuove iniziative volte a valorizzarne le potenzialità turistiche. Il Parco d’Abruzzo oggi si estende per circa 50000 ettari a cavallo tra Abruzzo, Lazio e Molise, e precisamente tra le province di L’Aquila, Frosinone ed Isernia. La sede è Pescasseroli, ridente cittadina della valle del Sangro, “capitale” del Parco e punto di partenza per numerosi itinerari di scoperta.

Il Parco, organizzato in zone secondo un progetto di zonizzazione attuato nel 1980, include aree di Riserva integrale, di Riserva Generale, ed aree destinate alla protezione ed allo sviluppo. Oggi l’ente parco cura numerose attività di promozione e protezione, tra cui la selezione di volontari, progetti di educazione ambientale, attività per scuole e comitive e campi natura. L’ultimo ampliamento del territorio del parco ha avuto luogo nel 2000.

Morfologia e geologia

Il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo è prevalentemente montuoso, con un’altitudine che si aggira dai 900 ai 2200 metri sul mare circa.

Le vette del parco sono:

  • Il Monte Petroso (2249m)
  • il Monte Marsicano (2245m), che incombe su Opi e Pescasseroli.
  • il Monte Meta, nei pressi della catena delle Mainarde, che raggiunge i 2242m.
  • il Monte Greco (2285m, non del tutto incluso nel perimetro del parco).

L’aspetto dei monti è talvolta morbido, tondeggiante, altre volte ricorda certe creste alpine, con grossi precipizi e impervie pareti rocciose. Il parco è attraversato nella sua parte centrale dal fiume Sangro, lungo il quale sono localizzati alcuni tra i suoi comuni più rappresentativi. Tra gli altri fiumi abbiamo il Melfa, il Volturno (nell’area molisana) ed il Giovenco.

L’unico lago di origine naturale è il minuscolo bacino del lago Vivo, situato a circa 1.500m alle pendici del monte Petroso. L’altro bacino, il suggestivo Lago di Barrea, è di origine artificiale, così come lo sono i vicini laghi della Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, o il piccolo bacino di Grotta Campanara nei pressi di Picinisco. Nei dintorni, invece, poco oltre il perimetro del parco, un altro lago naturale è il piccolo lago Pantaniello, ai piedi della Serra Le Gravare.

Le rocce del parco sono composte in prevalenza da calcari, residuo del Mesozoico, o risalgono al Terziario antico. Parliamo di un periodo compreso tra i 170 ed i 30 milioni di anni fa, quando il mare bagnava tutta l’area ed era abitato da differenti forme di vita. Le montagne sono state modellate nel tempo dal carsismo e dal glacialismo, ed è facile constatarlo osservando doline, circhi glaciali, grotte e depositi morenici.

Le maggiori cime del parco presentano ancora evidenti testimonianze dell’ultima glaciazione risalente al Quaternario. Possiamo incontrare più livelli di sedimentazione rocciosa, partendo da strati di piattaforma e superficiali fino a zone che un tempo corrispondevano ad abissi. Si riscontra anche la presenza di dolomie, nell’area della Camosciara e del monte Godi. E’ questa una roccia impermeabile, sulla quale si formano di frequente rivoli e cascate.

Flora e fauna

A molti il Parco Nazionale d’Abruzzo è noto prevalentemente per ospitare alcuni endemismi vegetali ed animali. La flora del parco è varia, ed annovera circa 1200 specie di piante. Tra gli endemismi il bel pino nero di Villetta Barrea, una specie molto antica ed attualmente presente solo in zona Camosciara e Val Fondillo. Nella stessa area è possibile incontrare il pino mugo, presente anche nel parco della Majella, mentre nei pressi di Barrea sopravvivono alcuni esemplari di betulla, testimonianza della vegetazione che caratterizzava le epoche glaciali. Altra peculiarità vegetale è il giaggiolo del parco (iris marsica).

Protagonista indiscusso del paesaggio del parco è però il faggio, che cresce a diverse altitudini estendendosi per gran parte del territorio dell’area protetta, in fitte e suggestive foreste. Possiamo farcene un’idea visitando la Macchiarvana , accedendo al parco dal valico di Forca D’Acero o dal Passo del Diavolo, ammantati di verdi e fitte foreste. Oltre al faggio, abbiamo numerose varietà di acero, il sorbo ed il tasso, mentre a quote inferiori crescono noccioli, cerri, carpini neri e diversi alberi da frutto. Ma la lista potrebbe proseguire, includendo lecci, castagni, corbezzoli, ginepri selvatici, mirtilli, biancospini.

Anche la fauna del parco merita più di una menzione. Simbolo stesso del Parco d’Abruzzo è l’crso marsicano, sopravvissuto in pochi esemplari sull’Appennino. E’ un animale schivo e per nulla aggressivo nei confronti dell’uomo. Piuttosto, ama spingersi anche nei pressi dei centri abitati per cercare cibo, nonostante sia difficile da osservare. Caratteristico del parco è anche il camoscio d’Abruzzo, che popola i dirupi della Camosciara, del Monte Meta e del Monte Amaro di Opi, e può essere avvistato mentre saltella in piccoli gruppi.

Anche il camoscio d’Abruzzo è presente soltanto in questi territori, oltre ad alcuni esemplari reintrodotti tra la Majella ed il Gran Sasso. La fauna include ancora il lupo appenninico, la lince, il cervo, il capriolo, il gatto selvatico e la volpe. Tra gli uccelli, spicca la signora dei rapaci, l’aquila reale, seguita da esemplari di poiana, astore, sparviero, gheppio, gufi e civette. Non è difficile udire il caratteristico rumore del picchio (qui presente anche con il raro picchio di Lilford) o incontrare upupe e merli, mentre tra i rettili abbiamo il biacco, la vipera, la rara vipera dell’orsini e tra gli anfibi la salamandra pezzata e quella dagli occhiali.

Itinerari

Una visita esaustiva del parco richiederebbe più di un giorno, per poterne apprezzare le sfumature e soprattutto esplorare le peculiarità di ogni singola stagione e microclima.

Il parco si vive meglio a piedi o in mountain bike, e numerosi sono gli itinerari segnati che è possibile completare anche in poche ore e senza essere degli alpinisti.

Esiste appunto una rete di sentieri abbastanza completa, per conoscere la quale sono in vendita le carte ufficiali dei sentieri del parco. Queste sono corredate da numeri utili e dalla descrizione dei sentieri, tutti identificati da una sigla e riconoscibili per i segnali bianco-rossi del CAI impressi su alberi e rocce.

Suggeriamo qui alcuni tra gli itinerari più noti ed apprezzati da visitare:

IL SENTIERO DELLA CAMOSCIARA
E’ uno dei sentieri classici del parco, che attraversa un’area tra le più suggestive ed incontaminate e può essere percorso in pochi minuti. Si accede al sentiero dal piazzale della Camosciara, non lontano dalla statale, tra i comuni di Opi e Villetta Barrea. Il sentiero, all’inizio una strada, si dirama in due percorsi, uno che conduce alla cascata delle Ninfe in circa 30 minuti, l’altro che invece sale sulle pendici del Monte Sterpidalto raggiungendo il Rifugio Belvedere della liscia, oltre il quale non si può proseguire poiché comincia l’area di riserva integrale.

LA VAL FONDILLO
Una delle più belle valli del parco, la val Fondillo è circondata da splendide e fitte faggete e attraversata dal torrente Fondillo. Vi si accede dalla statale marsicana, non lontani dall’area della Camosciara, a per circa un ora si può camminare su una sterrata attraversando un piacevole paesaggio. Raggiunto un rifugio, a circa 1200 metri di quota, si può proseguire verso la Serra delle Gravare o raggiungere il valico Passaggio dell’Orso, dopo il quale si apre la Val Canneto

LA VALLELONGA
Una valle splendida e poco frequentata, la Vallelonga è boscosa e protetta, e vi si accede dal versante del Fucino. Da qui partono suggestive escursioni per il Monte Breccioso, il Monte Cornacchia o il Marcolano.

IL MONTE META
Una tra le più suggestive montagne del parco, popolato da numerosi camosci, il Monte Meta segue la bella catena delle Mainarde, e può essere raggiunto da Picinisco (versante laziale) o da Pizzone (versante molisano). Splendide le faggete che circondano il pianoro di Campitelli, o l’affascinante pianoro del Biscurri a 1712 metri, con le rovine del Blockhaus. Per i più intraprendenti un itinerario alternativo parte dalla Val Canneto, risalendo verso la Meta per ambienti prima boscosi poi desolati ed esposti.

LA MACCHIARVANA
La Macchiarvana è un vasto altopiano carsico rivestito da belle faggete, raggiungibile da Pescasseroli o dal valico di Forca d’Acero. E’ il luogo ideale per intraprendere lunghi percorsi in mountain bike o, d’inverno, praticare lo sci di fondo.

Come arrivare al parco

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, non lontano da Roma, Napoli e Pescara, si può raggiungere da diverse direzioni. I punti d’accesso per chi si muove in automobile sono quattro: il passo di Monte Godi, per chi proviene da Scanno o da L’Aquila; il passo del Diavolo, dal Fucino e Avezzano; il valico di Forca d’Acero, da Frosinone, Sora e Cassino; il Colle della Croce, dal Molise o dalla Campania. La linea ferroviaria Sulmona-Carpinone giunge fino ad Alfedena o Castel di Sangro.

Un servizio di autobus collega Roma a Pescasseroli, ed altree linee coprono tratte minori. Ben organizzata è la ricettività, in tutte le stagioni, con numerosi hotel, bed & breakfast e campeggi, soprattutto nell’area del Sangro. Numerosi anche i rifugi, cui è possibile accedere spesso richiedendo le chiavi alla sezione locale del CAI. Tante le attività, oltre al trekking, che è possibile praticare nel parco.

Anzitutto la possibilità di sfruttare gli impianti di risalita di Pescasseroli, o semplicemente seguire uno dei tanti itinerari indicati per lo sci di fondo, immergendosi nella solitudine di paesaggi invernali mozzafiato. Il turismo estivo spesso si concentra nell’area di Scanno, il cui lago è anche meta di turismo balneare. Tra le altre possibilità, il parco offre l’opportunità di organizzare belle escursioni a cavallo o in canoa. A Pescasseroli è possibile visitare il Centro Natura, composto da un museo e da un parco faunistico, oltre ad esemplari tipici di flora appenninica.

A Civitella Alfedena, invece, è il centro del Lupo, accessibile in parte ai disabili e nei dintorni del quale è possibile osservare alcuni esemplari dello splendido animale, ospitati in un grosso recinto. Ancora, il centro Orso di Villavallelonga o il centro rapaci di Barrea, consentono di fare la conoscenza con alcuni tra i maggiori rappresentanti della fauna locale.

Per i buongustai, si incontra qui una cucina tipicamente montanara, con piatti di carne, funghi, formaggi, insaccati e dolciumi o prodotti tipici come il caratteristico torrone di Alvito, il pan dell’orso di Scanno o il formaggio Marzolina. Alcuni comuni conservano antiche tradizioni, come quella delle zampogne, prodotte artigianalmente ancora oggi a Scapoli (che ospita anche un museo della zampogna), o come i merletti al tombolo ed i gioielli di Scanno.

Alcuni comuni del parco

Oltre ad una natura incontaminata il parco preserva ancora le preziose testimonianze della tradizione, ed il fascino di borghi dove a tratti il tempo sembra essersi fermato. Ecco una breve panoramica su alcuni dei comuni del parco:

PROVINCIA DELL’AQUILA:

PESCASSEROLI
La “capitale” del parco; oltre ad essere la cittadina più popolata, ospita la casa di Benedetto Croce e la chiesa di SS.Pietro e Paolo;

BARREA
Cittadina caratteristica affacciata sull’omonimo lago artificiale, offre belle vedute panoramiche e interessanti passeggiate nel borgo;

CIVITELLA ALFEDENA
Caratteristica per il centro storico molto antico, è punto di partenza per la splendida escursione in Val di Rose;

VILLAVALLELONGA
Piccolo comune circondato da belle faggete, ospita un giardino botanico ed i ruderi della Rocca del Cerro;

OPI
Suggestivo paese arroccato su un colle che domina la val di Sangro, offre una veduta d’ampio respiro sul Monte Marsicano, Pescasseroli e le montagne circostanti. Molto suggestivo anche il centro storico;

SCANNO
E’ ritenuto uno dei borghi più belli d’Italia, e nei dintorni si incontrano lo splendido omonimo lago e le gole del Sagittario;

PROVINCIA DI FROSINONE:

SAN DONATO VAL DI COMINO
Grazioso borgo affacciato sulla Val Comino, è apprezzata località turistica ed ospita testimonianze storiche come la Chiesa di San Donato. Dal paese si accede al cuore del parco attraverso il bel valico della Forca d’Acero;

PICINISCO
Sovrastato dal castello medievale e caratterizzato da un bel centro storico, è punto di partenza per escursioni verso le Mainarde e la Val Canneto;

CAMPOLI APPENNINO
Bel borgo dalla caratteristica forma a ferro di cavallo. Nei dintorni, il selvaggio vallone Lacerno;

PROVINCIA DI ISERNIA:

CASTEL SAN VINCENZO
Piccolissimo comune alle falde delle Mainarde, nei dintorni del quale è il bel Lago di Castel S.Vincenzo, l’abbazia di S.Vincenzo al Volturno e le sorgenti dell’omonimo fiume;

SCAPOLI
Scapoli è noto come la patria della zampogna, ed ospita un museo ad essa dedicato ed il festival internazionale della zampogna.

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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