Corsetto

Il Corsetto
Categoria: Abbigliamento Archivio
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Nato come busto correttivo da utilizzare durante la crescita o per correggere problemi ortopedici, il corsetto è diventato con il tempo accessorio di stile e grande seduzione, tornando prepotentemente in auge negli ultimi decenni. Scopriamone tutti i segreti immergendoci tra lacci e pizzi…

Il corsetto: una panoramica

E’ molto difficile che, oggigiorno, una donna non sia al corrente dell’esistenza del corsetto. Pur essendo un capo antico, infatti, il corsetto è tornato in auge nei negozi di intimo o nell’alta moda con una certa insistenza. Ripopolando anche l’immaginario erotico maschile. Un capo che ritorna dunque in prima linea sui manichini delle boutiques ma anche dei meno blasonati negozi di intimo, in una variegata proposta che spazia dai prodotti di alta sartoria ai meno affidabili pseudocorsetti economici. Per uno strano scherzo della moda, imprevedibile come sempre.

Corsetto è oggi sinonimo di seduzione, originalità, classe, femminilità, sensualità. Assieme a bustini, babydoll, guepiere, chemise e corsetti da intimo, per il trionfo della lingerie nelle sue mille declinazioni. Il corsetto nasce con delle finalità prettamente correttive, per “educare” il busto della donna conferendogli una specifica forma e sostenendo il corpo. Dai primi modelli dell’antica grecia sino agli stretti corsetti vittoriani, ha assecondato l’aspirazione tipicamente femminile di slanciare la propria figura, stringere la vita o esaltare tratti caratteristici del corpo, spesso eccedendo nella rigidità e nella severità dei modelli al punto da arrivare a compromettere la salute di chi lo indossava.

Tornato alla ribalta negli anni 80 dopo essere divenuto un capo rappresentativo della sottocultura fetish, è oggi a tutti gli effetti un capo di seduzione, immancabile nella lingerie di una donna che vuole “osare” ma anche, perché no, da utilizzare per occasioni speciali. Un capo adeguatamente rivisitato per risultare più comodo ed indossabile, riproposto anche da grandi stilisti in chiave moderna. Storico, ricordiamo, il corsetto targato D&G indossato da Madonna in una delle sue prime tournee, che contribuì a riproporre con decisione sul mercato questo capo.

E’ indispensabile che i corsetti di qualità vengano realizzati da specialisti in grado di confezionarne su misura, poiché ogni corpo ha la propria forma e necessita di interventi unici. La figura menzionata è il cosiddetto corsettiere, in francese corsettier, specialista nella creazione di corsetti ad hoc, ovvero nell’arte nota con il nome di corsetteria.

La storia del corsetto

Il corsetto ha una storia insospettabilmente lunga, che prende le mosse dai primi busti correttivi creati nel XVI sec, ma ancor prima dai busti utilizzati dagli antichi greci. I busti seicenteschi erano principalmente modelli in metallo, da chiudere a molla o utilizzando una chiave, molto scomodi e stretti. A questi modelli si abbinava solitamente una sottogonna per plasmare ulteriormente la figura femminile. Il 700 vide il trionfo di bustini strettissimi, spesso affiancati al panier, un ampio cesto di forma ovale da utilizzare con la gonna. Dopo un periodo di scarse fortune nell’800 si torna al busto, utilizzato stavolta sin dall’infanzia per rafforzare (così si credeva) la colonna vertebrale delle donne.

Il busto è dunque al servizio di una pratica allora considerata molto nobile, ottenere una vite piccola e stretta, anche a costo di grandi sofferenze. Sofferenze che i primi corsetti non hanno mai mancato di causare, stringendo le ossa e gli organi interni e provocando difficoltà respiratorie, digestive o svenimenti. In ambito medico non si sapeva poi granchè sulle reali funzioni del busto, e non mancarono i presunti innovatori ed i grandi sostenitori dello stesso. Il busto maschile fu introdotto all’incirca nel 1800 in ambito militare come aiuto per le marce, ed in seguito utilizzato anche per modellare la vita eliminando la pancia e snellendo la figura.

Nel 900 abbiamo i primi modelli di corsetti lunghi, poi velocemente abbandonati. La moda entra in campo solo nel 1910 con Paul Poiret, che inventando una nuova linea di abiti a vita alta abolisce il busto quasi definitivamente. Aggiungiamo anche che nei primi anni del secolo la guepiere diventa prepotentemente di moda, sostituendo in maniera quasi definitiva i corsetti classici. E’ Cristian Dior nel dopoguerra a rilanciare l’abito stretto rivisitandolo: si tratta di capi in cui la vita è stretta dalla guepiere (vespa), creando un caratteristico “effetto clessidra”.

Dagli anni ’80 dello scorso secolo abbiamo numerose rielaborazioni del corsetto, che lo trasformano in vero e proprio protagonista dell’intimo all’insegna della seduzione. Guaine, bustini e bresserie oggi sono articoli di lingerie molto diffusi anche per via delle martellanti campagne promozionali che li hanno resi a tutti gli effetti d’uso comune.

Com’è fatto?

Oggigiorno il corsetto ha perso quasi del tutto la funzione costrittiva che aveva un tempo. Ma il vero corsetto era e resta ancora un’armatura, che quindi non sarà mai del tutto comoda e vestibile. I corsetti di un tempo erano dei banali corpetti realizzati con strisce rinforzate, in corno, ossa di balena o tela rigida. L’allaccio avveniva generalmente sulla schiena. Un’alternativa alle stecche erano i gambetti delle piume d’oca, raggruppati per formare delle strisce piuttosto compatte.

I corsetti attuali conservano in parte le funzionalità dei corsetti di un tempo: si tratta di indumenti preposti a costringere il busto, modellandolo e raddrizzandolo o evidenziando alcuni particolari della silhouette. Le tipologie principali di corsetto sono tre: abbiamo i corsetti vittoriani, i modelli standard e i cosiddetti stringivita. Nei corsetti standard il capo deve essere adeguatamente steccato, per fare in modo da sostenere dove necessario il nostro corpo.

Tra i modelli in commercio ritroviamo principalmente modelli con stecche in acciaio a spirale, stecche in plastica e stecche di balena. Ma non mancano modelli più originali dove le stecche sono in avorio o in bambù. La stecca in un buon corsetto dev’essere resistente, non piegarsi o deformarsi, ecco dunque che la plastica si rivelerà la scelta più economica e sconsigliata, contraddistinguendo soprattutto i modelli di qualità inferiore.

E’ molto importante, infatti, valutare preliminarmente il tipo di costrizione che vogliamo ottenere dal corsetto. E farci consigliare adeguatamente da personale specializzato. I modelli di qualità montano stecche in acciaio, che tirano bene la stoffa e resistono a lungo. Molto importante è anche il tessuto: la tela dev’essere robusta, e una verifica può essere fatta provando a strattonare il tessuto con entrambe le mani, senza avvertire scricchiolii o principi di stappi.

Solitamente i modelli più in voga oggi sono ricoperti di tessuti più eleganti e alla moda. Tra i materiali di base abbiamo tessuti flessibili ma resistenti come la pelle, il PVC, il cotone o il cotuil, rinforzati dalle stecche, a loro volta incastrate in scanalature presenti nella stoffa.

Chiusure ed altre caratteristiche del corsetto

La chiusura più affidabile per un corsetto è quella in acciaio, con l’apposita stecca. Si tratta di un pezzo unico al quale sono legati i bottoni e i passanti. L’alternativa sono corsetti chiusi con vari gancetti o zip, meno affidabili. I modelli dotati di apertura nella parte anteriore solitamente sono a bottoni o a ganci (a busque o busk), il che agevola la vestizione del corsetto in perfetta autonomia. Se i lacci sono davanti è bene che siano soprattutto decorativi.

La chiusura a busk è tipica dell’età vittoriana: i ganci sono applicati su stecche piatte di ferro e garantiscono un’ottima resa estetica. Dietro, invece, i tanti lacci che chiudono il corsetto possono essere in cotone, ma devono comunque essere molto resistenti. L’allacciatura va regolata per modificare la postura e stringere o allargare il corsetto, e può essere di diversi tipi. Abbiamo infatti allacciature dal basso verso l’alto, dall’alto verso il basso o combinate. Di solito è preferibile farsi aiutare nell’indossare questa tipologia di corsetti.

I corsetti dotati di busk sono più facili da indossare da soli, mettendo il corsetto con i lacci allargati e poi agganciando il busk dall’alto verso il basso, quindi tirando i lacci per stringere. Al contrario, per togliere il corsetto si comincia slacciando leggermente dietro per allentare la presa. In commercio troviamo ancora modelli di corsetti “Vittoriani”, caratterizzati da una vita strettissima: si tratta di corsetti molto difficili da indossare, che comprimono la vita e possono creare gravi danni alla salute se utilizzati male.

Altri modelli sono dotati di giarrettiere, da collegare al busto, per reggere le calze. Per una combinazione dal sicuro fascino ed indubbiamente molto sensuale. Se necessario, invece, possiamo acquistare dei copricorsetto per ammorbidire le linee quando indosseremo altri indumenti sul nostro busto. All’acquisto, consideriamo di prendere un modello di una o due taglie in meno rispetto alla nostra (taglie in inches = pollici, relativi alla vita).

Indossandolo ci accorgeremo che non si chiude del tutto, ma è normale, infatti sarà soltanto con il tempo che ci abitueremo alle “strizzature” e che il capo prenderà la forma unica del nostro corpo. Preoccupiamoci di stingere gradualmente senza forzare troppo il corsetto, affinché non ceda qualche pezzo. La scelta migliore, per l’acquisto, è quella di farci creare un corsetto su misura, da un corsettiere esperto, anche se i costi in questo caso potranno lievitare esponenzialmente. Non tutti gli indumenti venduti come corsetti, poi, sono effettivamente tali: distinguiamo tra i veri corsetti, dotati di intelaiatura, modellanti e rigidi, dai corpetti dotati di pura funzione estetica, facilmente deformabili e non intelati.

Accorgimenti e manutenzione

Nell’indossare un corsetto stiamo sempre attenti a non forzare eccessivamente, chiediamo consiglio a chi ne sa più di noi e non prendiamo iniziative autonome sconsiderate. Qualora volessimo utilizzarlo con maggiore frequenza, nel cosiddetto waist training, consultiamo sempre un medico specializzato o un ortopedico.
Per conservare al meglio il proprio corsetto è bene lavarlo con una certa frequenza.

Se usato solo in occasioni speciali potranno bastare due lavaggi l’anno, altrimenti procederemo con qualche lavaggio supplementare. Solitamente è indicato dalla casa produttrice come lavarlo, ma in generale va lavato a secco con un pennello o una spazzola. In lavatrice, infatti, si corre il rischio che il tessuto interno o quello esterno si restringa, compromettendo l’intera funzionalità del capo. Per pulire un bustino il consiglio è quello anzitutto di eliminare le stecche, poi di immergerlo in una bacinella d’acqua dove avremo precedentemente messo del detersivo, delicato e adatto al nostro prodotto, o ancora meglio sapone neutro.

Usiamo una spazzola per eliminare le macchie, sciacquiamo bene e arrotoliamo il pezzo in un’asciugamani di spugna per poi metterlo ad asciugare. Asciughiamo bene i gancetti metallici, onde evitare che facciano ruggine. Togliamo anche i nastri, qualora sia possibile, per lavarli separatamente. Anche per i capi ricchi di merletti e pizzi è bene evitare la centrifuga, utilizzando lo stesso sistema dell’asciugamani. Non mettiamo i capi dotati di ganci e gancetti assieme alla biancheria normale.

In ogni caso, seguiamo sempre le istruzioni che troviamo allegate al capo. Anche la biancheria più delicata si stira mettendo il capo a rovescio quando è ancora umido. Il lino e i materiali affini vanno stirati quando il capo è molto bagnato. I nastri vanno stirati a media temperatura e quindi inseriti negli appositi occhielli. Nel caso fossimo pigri o semplicemente non volessimo rischiare con il fai da te, portiamo il corsetto in tintoria, risparmieremo tempo e fatica.

Migliori produttori

http://www.alige.it/

Alige è una corsetteria milanese che propone svariati modelli di corsetti, a cuore, dritti o stringivita con chiusure a busk e a zip, allacciature vere e a V. I prodotti vengono realizzati in laboratorio su commissione in base alle misure fornite, oppure è possibile acquistare dall’ampio catalogo di corsetti, stringivita ed accessori. Rricco di informazioni supplementari il sito web.

http://www.venuscorsetteria.com/

Venus Corsetteria è un’azienda tutta italiana nata nel 1958. Ha sede a Soliera, in provincia di Modena. La mission aziendale è orientata sul sano equilibrio tra tradizione e innovazione, curando tutte le fasi di lavorazione del prodotto in azienda ed introducendo nuovi materiali e nuove linee con una certa costanza. Tra l’offerta, modellatori contenutivi, coulotte-guainette, reggiseni, prodotti per la maternità e linea sposa lingerie. Molto ricco di contenuti illustrativi il sito web.

http://www.cometline.it/

La Comet Corsetteria Srl nasce nel 1956 ed ha sede a Chioggia, in provincia di Venezia. Inizialmente un piccolo laboratorio artigianale di corsetteria, produce oggi lingerie all’insegna del miglior made in Italy. Tra le proposte collezioni classiche e fashion in cui la vestibilità ed il comfort dei prodotti va di pari passo con la moda e l’attualità.

http://www.spiman.it/

Spiman srl nasce nel 1959 come piccolo laboratorio artigianale per la produzione di reggiseni a uncinetto e in raso. Ancora legata alla sua città natale, Carpi, l’azienda oggi propone una vasta gamma di guepiere, balconcini, babydoll, corsetti, reggicalze, perizomi e coulotte, oltre ad un gran numero di accessori per la donna. Diverse le collezioni: classica, moda, conformata, sensuale e sportiva.

http://www.sinfactory.it/

Dal 2003 Sin Factory, laboratorio artigianale dark –gothic -fetish, propone capi di abbigliamento ed accessori ad arte realizzati in pelle ed in acciaio. Quasi tutti gli articoli sono pezzi unici, realizzati anche in PVC e cavallino con rifiniture in nikel. Tra i pezzi forti corsetti e abiti molto singolari.

Publicato: 2010-04-14Da: Redazione

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