Sigarette elettroniche

Sigaretta elettronica
Categoria: Archivio Salute
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A cosa serve

Le sigarette elettroniche, dette anche e-cigarette, vennero inventate all’incirca una decina di anni orsono in Cina, e battezzate Ruyan (“smetti di fumare”), per poi essere brevettate a livello internazionale nel 2007.

Questi piccoli dispositivi, lunghi e stretti, vengono impiegati per simulare l’atto di fumarne una vera. Al loro interno, però, non si genera fumo mediante la combustione del tabacco, bensì viene vaporizzato del vapore acqueo che poi viene aspirato dall’utilizzatore. Il gesto è quindi il medesimo che compie un fumatore tradizionale, con la differenza che la sostanza inalata è priva delle sostanze tossiche e cancerogene tipiche del tabacco.

Per ottenere un effetto ancor più realistico, questo aerosol viene spesso insaporito con sostanze aromatiche di diverso tipo (mentolo, tabacco…) e può eventualmente contenere anche quantità variabili di nicotina. In questo modo viene appagata la dipendenza fisica dalla nicotina che i fumatori sviluppano nel corso degli anni, rendendo meno traumatico il passaggio a quelle elettroniche.

Nonostante in commercio si possano trovare alcuni modelli usa e getta, oggi la tipologia che va per la maggiore è senza dubbio quella ricaricabile. Per il suo funzionamento si utilizzano speciali cartucce, e alcune delle parti sottoposte a usura possono essere sostituite col passare del tempo.

Come funziona?

Questi dispositivi funzionano grazie alla presenza di una pila alloggiata al loro interno. Questa batteria fornisce l’energia necessaria all’intero sistema, che è formato da altre due componenti principali: la cartuccia e l’atomizzatore.

La cartuccia è in plastica, e contiene una soluzione liquida di varia natura che poi verrà trasformata in aerosol; questo liquido non è libero, bensì imbevuto in un materiale poroso. Una volta esaurita, questa cartuccia viene rimossa e sostituita con una nuova, anche se esistono modelli che possono essere ricaricati manualmente (un po’ come accade con gli accendini a benzina).

A una delle estremità della cartuccia è presente un beccuccio dal quale il fumatore aspira il liquido, che viene vaporizzato da un componente detto atomizzatore. Questo elemento è il vero e proprio fulcro del dispositivo, poiché è proprio qui che il liquido viene trasformato in vapore in presenza di elevate temperature. Per fare questo, il componente sfrutta l’energia fornita dalla batteria, che va ad alimentare una resistenza elettrica.

In molte la cartuccia e l’atomizzatore sono fusi in un unico elemento, detto cartomizzatore, che può essere periodicamente sostituito. Per farla funzionare vi sono pulsanti manuali o sensori automatici, e alcuni modelli sono dotati di luci a LED per simulare la brace ardente all’estremità.

Ricarica del liquido

Il liquido contenuto nelle cartucce è detto anche e-liquid, ed è composto da diverse sostanze in miscela variabile a seconda del produttore. Alla base della soluzione vi sono composti come la glicerina vegetale, il glicole polietilenico 400 o il glicole propilenico. Non tutti i liquidi contengono nicotina: se da una parte esistono quelli a “nicotina zero”, dall’altra vi sono cartucce con concentrazioni che vanno dai 5-6 milligrammi per millilitro di nicotina agli oltre 30.

Sono molto apprezzati dai consumatori i liquidi aromatizzati, tra i sapori più apprezzati vi è sicuramente quello del tabacco, che nel caso dei fumatori più nostalgici aiuta molto a percepire il fumo dei modelli elettronici come quello delle tradizionali. Sono soprattutto le consumatrici, invece, a prediligere fragranze che con il fumo di tabacco non hanno davvero nulla a che fare: in vendita nei negozi specializzati è possibile trovare cartucce contenenti liquidi aromatizzati al mentolo, al caffè, alla vaniglia, ma anche al caramello, alla cannella e tanti altri gusti.

Queste cartucce possono essere facilmente sostituite, una volta esaurite, aprendo l’apposito alloggiamento presente nella sigaretta elettronica. Anche se non sono esattamente economiche, alla luce degli attuali prezzi dei tabacchi le ricariche delle e-cigarette consentono un notevole risparmio al consumatore.

Vantaggi nell’utilizzo

Perché si utilizzano questi dispositivi? La risposta intuitiva è “per smettere di fumare”, e questa senza dubbio è la motivazione principale che spinge i consumatori all’acquisto. Con una sigaretta elettronica è possibile vivere esperienze che molto si avvicinano a quelle del fumo “vero”, con la differenza però che l’organismo non assume le centinaia di sostanze dannose per la salute che si sprigionano dalla combustione del tabacco.

In linea teorica è possibile impiegarle anche nei locali pubblici e sui voli aerei, poiché l’assenza di combustione e la produzione di semplice vapore acqueo aromatizzato non costituisce un pericolo per le persone. Mentre da una parte vi sono compagnie aeree che guadagnano fior di quattrini vendendole soprattutto sui voli a lungo raggio, vi sono luoghi pubblici nei quali vi è comunque il divieto espresso di utilizzo. Ciò accade ad esempio nei cinema, nei quali le nuvolette di fumo prodotte non sarebbero certo gradite dagli spettatori delle file posteriori. Lo stesso vale per bar e ristoranti, nei quali le e-cigarette spesso non sono viste di buon occhio dagli altri avventori e che vengono bandite per evitare discussioni.

Ciononostante, con una e-cigarette è possibile riprodurre la gestualità tipica del fumare, ovvero portarla alla bocca, aspirare ed emettere il fumo. Vi sono persone che fumano soprattutto per via di questi gesti, che rilassano e distendono i nervi, pertanto per questi consumatori rappresentano una buona alternativa a quelle vere.

Servono davvero per smettere di fumare?

Gli slogan pubblicitari appaiono sempre piuttosto convincenti quando, tra le righe, fanno passare il messaggio che con le sigarette elettroniche si può smettere di fumare. Ma queste affermazioni corrispondono effettivamente alla verità?

Innanzitutto, è bene ricordare che le sigarette elettroniche, comprese quelle che funzionano con cartucce contenenti nicotina, non sono né dispositivi medici, né farmaci. Pertanto, al contrario di cerotti o chewing-gum alla nicotina, la legge italiana non le considera come ausili per smettere di fumare. Inoltre, per il momento, ancora nessuna ricerca scientifica o studio clinico è riuscita a dimostrare che l’utilizzo di questi dispositivi sia effettivamente in grado di liberare dalla dipendenza.

Alla luce di questi fatti, qualsiasi pubblicità nella quale sia contenuto il messaggio esplicito che le possano aiutare a liberarsi dal fumo rappresenta un esempio di pubblicità ingannevole per il consumatore.

Bisogna inoltre ricordare un altro fatto importante. Esistono persone che, dopo aver iniziato a fumare le sigarette elettroniche spinte dalla voglia di smettere con quelle “vere”, hanno poi sviluppato una dipendenza nei confronti delle e-cigarette, proseguendo in questa pratica senza riuscire più a liberarsi nemmeno da questa. Passare da una dipendenza all’altra, quindi, non è certo un fatto da considerarsi positivo.

Le sigarette elettroniche fanno male?

Anche se la maggior parte delle persone le considera come alternative innocue al tabacco, in realtà il mondo medico è scettico al riguardo. Nel loro aerosol vaporizzato il contenuto di nicotina può anche essere pari a zero, ma non per questo il tutto deve essere considerato privo di rischi per la salute.

Essendo presenti sui mercati mondiali solo da pochi anni, non è stato ovviamente possibile dimostrare gli effetti a lungo termine del loro utilizzo sulla salute delle persone. Attualmente sono molti gli studi clinici che vengono portati avanti allo scopo di gettar luce sulla questione, soprattutto riguardo alle conseguenze sull’organismo dell’inalazione della nicotina vaporizzata.

Con la convinzione che “tanto non fanno male”, molte persone che magari non avrebbero mai acceso una sigaretta in vita loro si sono avvicinate al mondo del fumo. Sono soprattutto ragazzi e adolescenti ad essere a rischio in tal senso, anche in considerazione del fatto che le aromatizzazioni spesso rappresentano un richiamo irresistibile per i più giovani. Per questi motivi, in molti paesi la vendita è vietata ai minorenni e in Italia l’età minima è di 18 anni.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non possono essere considerate ausili per liberarsi dal vizio del fumo. Le motivazioni? Non esistono prove scientifiche sulla loro validità, e inoltre nei liquidi possono essere contenute sostanze nocive addirittura più pericolose del tabacco tra cui le nitrosamine tabacco-specifiche (TSNA) cancerogene.

Publicato: 2013-01-27Da: Redazione

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