Come scegliere la pedana vibrante

Categoria: Archivio Sport e Fitness
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A cosa serve

La pedana vibrante è fatta per agire in diversi modi sulle parti del nostro corpo: infatti, è pensata per essere un valido strumento per lavorare sulla circolazione del sangue, sulle articolazioni, sul sistema neuro motorio, su tendini e cartilagini, sul sistema ormonale e sul tessuto osseo.

Ciascuno di questi dispositivi presenta diversi interessanti programmi per sfruttare il funzionamento a seconda degli obiettivi che ci si è prefissati, ma per non incorrere in problemi con l’uso quotidiano, va ricordato che bisogna seguire scrupolosamente tutte le indicazioni riportate.

Ad esempio, è fondamentale non usare la pedana vibrante per più di dieci minuti al giorno, soprattutto se l’utilizzo è costante. Questo perché è stato dimostrato che esporre troppo a lungo il corpo a vibrazioni e sollecitazioni relative provoca dei fastidi alle articolazioni: ciò è vero, ad esempio, per chi lavora con mezzi pesanti, come trapani o martelli pneumatici.

Bastano circa 2 mila ore di impiego per avere ripercussioni sull’apparato muscolo-scheletrico. Tuttavia, è ovvio come, per raggiungere tale monte ore con un uso corretto della pedana vibrante ci vogliano davvero molti anni (poco più di trenta, per l’esattezza), motivazione con la quale è facile argomentare di fronte a facili e ingiustificati allarmismi.

Si tratta di uno strumento che deve essere usato con moderazione ma che si rivela estremamente utile soprattutto per perseguire degli obiettivi in campo medico, riabilitativo, fisioterapico e geriatrico, senza dimenticare il notevole contributo apportato a chi pratica sport o desidera comunque mantenersi in forma.

Non più appannaggio di palestre esclusive o di centri benessere all’avanguardia, le pedane vibranti hanno raggiunto e conquistato un vasto pubblico e possono essere comprate anche per uso domestico, a patto di avere lo spazio necessario per l’installazione.

Chi non dovesse avere questa possibilità, potrà sempre recarsi presso centro specializzati, che si rivelano utili anche nel caso in cui si voglia procedere in un secondo momento con l’acquisto personale: aver provato prima, per qualche tempo, una pedana vibrante ci dirà se si tratta, o meno, di un dispositivo adatto alle nostre esigenze.

Come funziona

Come funziona una pedana vibrante? Cosa c’è davvero alla base del meccanismo grazie al quale la pedana vibrante può lavorare sul nostro corpo? Il funzionamento di una pedana vibrante è piuttosto semplice, nonostante esistano comunque delle differenze tra un dispositivo ed un altro.

Anche metterla in funzione non è affatto difficile, sempre postulato che si abbia preso una certa dimestichezza più che con la macchina con i programmi d’utilizzo. Una volta che si è saliti sulla pedana vibrante, si sceglie, selezionandolo, il programma preferito e poi ci si mette nella posizione apposita, così come viene indicato nei manuali d’uso o come viene ad essere visualizzato sul display della macchina stessa.

Il primo degli effetti che è possibile scorgere fin da subito, dopo aver iniziato ad usare questo utile apparecchio, è la contrazione dei muscoli e l’aumento della frequenza cardiaca, con un incremento della circolazione sanguigna.

Nel lungo periodo, si ottiene un rafforzamento della struttura ossea, il metabolismo aumenta, la secrezioni di testosterone e di ormone GH cresce. L’intera sessione di lavoro dura all’incirca una ventina di minuti, ma si tratta di un tempo di sistema che non implica soltanto quello dell’allenamento in se e per se ma include anche il necessario riposo tra un ciclo e un altro.

Perché una pedana vibrante funzioni in modo ottimale bisogna prendere in considerazione diversi fattori tecnici: frequenza di oscillazione del piatto della pedana stessa, che sarà espressa in Hz e che non dovrebbe essere particolarmente alta, per evitare di caricare eccessivamente l’apparato muscolo-scheletrico; ampiezza dell’oscillazione, in millimetri, che serve ad indicare di quanto si può aumentare l’intensità dell’allenamento; accelerazione; durata dei programmi di ciascun esercizio e angoli articolari, espressi in gradi.

In alcuni casi, è possibile anche avere dei carichi esterni come ad esempio dei pesi extra, o delle cinghie che possono essere usati durante le sessioni di allenamento.

Quale scegliere

Esistono in commercio diversi prodotti in vendita che possono essere ricondotti alla grande famiglia delle pedane vibranti. Tuttavia, si tratta spesso di una denominazione generica che deve poi essere contestualizzata nell’ambito di una più consapevole informazione, anche per capire quale è il modello più adatto da scegliere.

In particolare, sono due tipologie di pedane che è possibile trovare sul mercato: quelle vibranti propriamente dette e quelle basculanti. La pedana vibrante, detta anche sussultoria o a vibrazione verticale, ha un piatto che va su e giù, secondo le frequenze previste.

A differenza di quanto avviene con un allenamento sportivo di tipo tradizionale, la pedana vibrante riesce a far lavorare i muscoli – contraendoli e decontraendoli – senza intaccare o sovraccaricare l’apparato muscolo – tendineo – cartilagineo, e ha come effetti benefici anche l’incremento del metabolismo e la circolazione del sangue.

Bisogna essere molto attenti nell’uso di tali pedane, soprattutto al di sotto dei 10 Hz, in modo da evitare ripercussioni sulle parti più delicate dell’organismo, come l’addome. Sarebbe sempre il caso di usare la pedana vibrante in compagnia di una persona più esperta o, comunque, leggendo con cura il libretto di istruzioni.

Le pedane basculanti, invece, servono a riprodurre un movimento che possa assomigliare ad una camminata. Anziché di muoversi in verticale, questo tipo di dispositivo si muove spostandosi dal lato destro a quello sinistro e viceversa, quindi su di un asse posto in orizzontale.

Grazie agli studi del dottor Bosco sappiamo che il movimento alternato di tal genere non crea problemi al corpo di un individuo sano, dunque si può lavorare a qualunque frequenza, sebbene normalmente tali pedane si attestino tra i 2 e i 35 Hz.

Il movimento è più marcato ma la vibrazione risulta essere meno intensa ed è controindicata solamente nel caso di lesioni importanti a carico dell’apparato osseo.

Controindicazioni

Le pedane vibranti non sono adatte a chiunque: devono essere usate con particolare attenzione soprattutto da alcune categorie di persone, mentre altre non devono assolutamente dedicarsi a questo genere di allenamento.

Nel secondo caso, sicuramente annoveriamo lo stato di gravidanza e l’epilessia o l’essere portatori di pacemaker; mentre tra coloro i quali possono utilizzare la pedana vibrante previa consultazione dal proprio medico curante vi sono cardiopatici, i diabetici, coloro che soffrono di emicrania o che hanno subito interventi chirurgici di recente.

Per quanto riguarda le donne in stato interessante, la pedana vibrante deve essere evitata per le sollecitazioni troppo intense che potrebbero provocare danni al nascituro. Tale principio si estende a qualunque stadio si sia della gravidanza stessa.

Inoltre, come abbiamo visto, è sempre utile recarsi dal proprio dottore se si sono subite fratture agli arti da allenare, o si abbiano impianti di chiodi o di protesi, o cicatrici e ferite recenti agli arti sollecitati.

Anche chi è portatore di pacemaker potrebbe aver problemi nell’uso della pedana vibrante, tanto che rientra nella casistica che vuole un divieto assoluto per questa particolare categoria di pazienti.

Non stiamo però parlando dei malati di cuore che, pur dietro consiglio del medico, possono trarre grande giovamento dall’uso della pedana vibrante, anche post infarto. Se si soffre di emicrania molto spesso, si potrebbe sia avere un immediato beneficio dall’uso sia rendersi conto di avere un peggioramento del sintomo.

Non esistono controindicazioni certe, ma soltanto delle valutazioni soggettive che, comunque, possono essere suffragate o meno da parte di un medico specializzato. I malati oncologici non subiscono particolari divieti, dato che sul tale male la pedana non incide certo direttamente, ma devono affidarsi comunque ai consigli di uno specialista.

Se si soffre di ernie o di discopatie, non è detto che non si possano usare le pedane vibranti, ma si dovrebbe sempre lavorare con apparecchi di ottima qualità che non scendano al di sotto dei 20 Hz.

Consigli e ambiti d’uso

Come abbiamo potuto vedere, la pedana vibrante è usata soprattutto in ambito sportivo ed estetico.

In tutti i più famosi team sportivi del mondo, le pedane vibranti sono parte integranti dell’allenamento, essendo un ottimo mezzo alternativo ai tradizionali esercizi e funzionando egregiamente per la fase di riscaldamento o di defaticamento, come anche in quella molto delicata di recupero dopo un infortunio.

Sono dei validi aiuti e vengono quindi impiegate con successo anche nel quotidiano affiancamento all’allenamento classicamente inteso. Si incrementano, infatti, in modo rapido, le capacità reattive ed elastiche dei muscoli, la potenza, la resistenza e la velocità.

Molto noti sono i test che furono effettuati dal grande esperto italiano, il dottor Bosco e dai suoi collaboratori: analizzate delle pallavoliste professioniste, dopo l’esposizione alle vibrazioni, si è potuto notare un aumentato significativo dei muscoli delle gambe che regolano l’estensione delle stesse.

Risultati similari anche da ulteriori test effettuati su atleti di differenti specialità sportive non fanno altro che confermarne la bontà e i benefici sul corpo umano.

Anche chi si allena semplicemente per star meglio o per mantenere la forma troverà dei vantaggi tangibili dall’uso della pedana vibrante, non da ultimi quelli apportati dalla liberazione nell’organismo di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina.

Per dare un saggio di quanto affermato, vediamo qualche esempio dei risultati che è possibile conseguire,senza dimenticare che ciascuna pedana vibrante avrà le proprie caratteristiche d’uso e nulla potrà sostituirsi al manuale di istruzioni specifico.

Comunque, in linea generale, se si desidera un aumento della massa muscolare, si dovrà usare la pedana all’incirca 5 volte a settimana, per circa 15 minuti alla volta; se si desidera, invece, allenare la parte superiore del corpo, si potranno usare le cinghie che sono quasi sempre comprese nel prodotto; mentre per tonificare gli addominali si dovrà salire sulla pedana cinque giorni su sette, dedicando un minuto a ciascun gruppo di muscoli, intervallato da adeguato riposo.

Publicato: 2010-12-11Da: Redazione

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