Ciuccio

Categoria: Archivio Bambini
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Non sempre il ciuccio raccoglie pareri favorevoli: nonostante sia particolarmente amato dai bambini, a lungo andare potrebbe causare loro diversi problemi. In questa guida troverete tutte le informazioni per capire come funziona e a cosa serve il ciuccio, in modo da poter meglio valutare i pro e i contro relativi al suo uso.

Cos’è e a cosa serve il ciuccio

Chiamato anche succhietto o ciucciotto, il ciuccio non è altro che un surrogato del capezzolo materno o del pollice del bambino. I materiali con cui è realizzato sono principalmente la plastica, il silicone, la gomma e il caucciù: si tratta, quindi, di materiali abbastanza morbidi in modo da risultare comodi e gradevoli per il bambino.

Nonostante esistano diverse tipologie di ciuccio (le tipologie di succhietto, in particolare, saranno analizzate in seguito), nella sua forma standard esso è costituito da una impugnatura ad anello realizzata in plastica dura, alla quale è collegata una superficie larga che ha lo scopo di restare fuori dalla bocca. La parte morbida che va in bocca, invece, è la tettarella.

Le dimensioni del ciuccio variano a seconda dell’età e sono comunque appositamente studiate in modo che il bambino non possa ingoiarlo accidentalmente. Per quanto riguarda la sua funzione, il ciuccio appaga e stimola allo stesso tempo un’importante comportamento istintivo: la suzione.

Sono numerosi gli studi in ambito psicologico che spiegano l’importanza della suzione: questo riflesso, in particolare, si verifica già nella vita intrauterina ed è osservabile, soprattutto a partire dalla quarta/quinta settimana gestazionale, attraverso le ecografie.

Infatti, non è raro vedere il bambino, a partire da quel periodo, intento a succhiarsi il pollice: in questa fase dello sviluppo, in particolare, è possibile che questo comportamento istintivo abbia anche la funzione di rafforzare e stimolare quei muscoli che in futuro saranno indispensabili per la sua nutrizione.

Dopo la nascita e soprattutto nei primi mesi di vita, l’area intorno alla bocca è molto sensibile: se la si tocca delicatamente, infatti, il bambino tende a voltarsi. Uno dei primi studiosi che concentrò l’attenzione sull’importanza della bocca e della suzione fu Sigmund Freud, il padre della Psicoanalisi.

Egli, in particolare, riteneva la bocca di fondamentale importanza soprattutto nei primi mesi di vita ed affermava che, appena dopo la nascita, essa diventa la principale fonte di piacere per il bambino: il piacere di cui parlava lo studioso, in particolare, era strettamente collegato alla soddisfazione del bisogno primario della nutrizione.

Storia del ciuccio

La storia del ciuccio è molto antica ed è in relazione con tutti quegli aneddoti e rimedi casalinghi utilizzati sin dall’antichità per calmare il pianto dei bambini. Tra i vari rimedi c’era, in particolare, l’abitudine di annodare vari pezzi di stoffa all’interno dei quali erano poste piccole quantità di sostanze dolci, come ad esempio il miele, il laudano dolce (una mistura di oppio e alcol) o i semi di papavero; altre volte, invece, questi ciucci di stoffa erano imbevuti nel latte zuccherato.

Proprio come per i moderni ciucci, anche questi antichi succhietti venivano annodati alle lenzuola o ai vestiti dei bambini, in modo da essere sempre a disposizione nel momento del bisogno.

Nel corso dell’Ottocento, però, con il fiorire delle varie discipline mediche, questo tipo di rimedi iniziarono ad essere sconsigliati: questi ciucci, infatti, alteravano il normale sviluppo della bocca e dei denti e potevano essere vettori di malattie soprattutto perché, prima di darli ai bambini, le balie e le madri avevano l’abitudine di inumidirli mettendoli in bocca loro stesse.

In un periodo storico caratterizzato dalla massima ignoranza delle semplici regole igieniche, infatti, non era raro che i bambini si ammalassero proprio a causa dei comportamenti sbagliati messi in atto dagli adulti. Il primo prototipo di ciuccio in gomma fu brevettato nella prima metà dell’Ottocento circa e già alla fine dello stesso secolo la maggior parte delle madri e delle balie aveva abbandonato l’uso del ciuccio in stoffa a favore di quello in gomma.

Ulteriori passi avanti furono effettuati nel corso del Novecento: alle tettarelle in gomma, infatti, iniziò ad essere aggiunta la parte esterna in plastica dura. Nonostante le innovazioni, tuttavia, molti comportamenti sbagliati, come ad esempio l’uso del laudano dolce o l’abitudine di legare il ciuccio al collo dei bambini, determinarono sfiducia e antipatia nei confronti di questo oggetto. Con il passare del tempo e soprattutto con l’aumento della cultura media della popolazione, il ciuccio è tornato ad essere uno strumento molto utilizzato.

Vantaggi dell’uso del ciuccio

Numerose ricerche in campo medico e psicologico hanno messo in luce l’importanza del ciuccio nello sviluppo del bambino. Recenti studi in campo pediatrico, in particolare, hanno rilevato tra l’altro una importante riduzione della Sids (Sindrome della morte improvvisa del lattante) in relazione all’uso del ciuccio: il suo uso durante il sonno del bambino, in particolare, secondo una ricerca effettuata da Hauck e collaboratori, ridurrebbe l’incidenza della Sids del 30-60% circa.

Il ciuccio, inoltre, potrebbe essere particolarmente utile anche per i bambini prematuri: altre ricerche, infatti, hanno mostrato che la somministrazione del ciuccio poco prima di dar loro il biberon, li aiuta a stimolare il riflesso della suzione e quindi a nutrirsi.

Per quanto riguarda la sensazione di benessere provata dai bambini mentre usano il ciuccio, essa ha alla base un meccanismo legato alla chimica del corpo umano: la suzione, infatti, favorirebbe la produzione e il rilascio delle endorfine, particolari ormoni che arrecano sensazioni di benessere fisico.

Per questo motivo è utile dare il ciuccio al bambino nei momenti di dolore fisico, ad esempio se ha le coliche, o in momenti particolarmente stressanti per lui. L’assenza della madre e il momento di andare a dormire, in particolare, sono alcuni dei momenti di maggiore stress per il bambino.

La madre, in particolare, si prende cura di lui e soddisfa tutti i suoi bisogni primari: soprattutto nei primi anni di vita, il suo allontanamento può essere vissuto dal bambino con sentimenti di vero e proprio abbandono. La notte, poi, è un momento meno rassicurante rispetto veglia soprattutto a causa dei brutti sogni e delle attenzioni minori che il bambino riceve.

Non si può negare, infine, che l’uso del ciuccio arreca numerosi vantaggi anche ai genitori: il pianto insistente del bambino, in particolare, può essere fonte di stress ed è facile che in queste occasioni essi riescano a calmarlo concedendogli il ciuccio.

Svantaggi dell’uso del ciuccio

Nonostante i numerosi vantaggi, l’uso prolungato del ciuccio da parte dei bambini suscita anche numerose perplessità. Una delle principali è legata al cattivo sviluppo dell’arcata dentale: nonostante la sua forma anatomica, infatti, l’uso prolungato del ciuccio, soprattutto dopo i due anni di vita, potrebbe provocare la nascita di denti storti, danni al palato e ai muscoli della mascella.

Il ciuccio, poi, non invoglia il bambino a parlare e se tenuto in bocca anche mentre parla, può favorire difetti nella pronuncia delle parole. Un’altra abitudine sbagliata ma comune è quella di favorire il rilassamento del bambino intingendo il ciuccio in sostanze zuccherine, come il miele o lo zucchero. Se questa abitudine si protrae nel tempo, si rischia la formazione di carie dentarie.

L’uso del ciuccio, inoltre, è sconsigliato nel periodo dell’allattamento al seno: se nei momenti di pianto o tensione, in particolare, si preferisce il ciuccio al seno materno le madri, generalmente, iniziano prima rispetto alle altre ad avere problemi di mancanza di latte e i bambini, di conseguenza, tendono ad essere svezzati prima. Ciò è supportato dal fatto che la suzione al seno stimola le ghiandole mammarie alla produzione di latte: più si da’ il ciuccio al bambino, meno latte materno gli si riuscirà a dare.

Un altro svantaggio legato all’uso del ciuccio è facilmente verificabile accostandolo al naso: soprattutto se si utilizza da molto tempo lo stesso ciuccio, si noterà un odore sgradevole. Questo odore è provocato dai numerosi batteri che si fermano sulla superficie del ciuccio stesso e che, inesorabilmente finiscono nella bocca del bambino.

Ricerche in campo medico, in particolare, sottolineano l’incidenza di infezioni allo stomaco e alle orecchie in tutti quei bambini che utilizzano spesso il succhietto. È necessario, quindi, disinfettare il ciuccio con regolarità e cambiarlo spesso anche per far in modo che il bimbo non si abitui alla sua forma.

Tipologie di ciuccio

I ciucci in vendita sono davvero numerosi e diversi non solo nel colore, ma anche nella forma e nel materiale utilizzato per la loro realizzazione. Per quanto riguarda la forma, le tipologie di ciuccio sono prevalentemente due: anatomico e a ciliegia. I succhiotti anatomici, in particolare, hanno la tettarella a forma di ellisse: schiacciati e leggermente incurvati verso l’alto, favoriscono uno sviluppo migliore del palato e dei denti.

I succhiotti a ciliegia, invece, hanno la tettarella rotonda in modo da ricordare il capezzolo materno. L’uso di questo secondo tipo di ciuccio, in particolare, è pensato soprattutto per i primi mesi di vita, mentre il ciuccio anatomico è l’ideale per i mesi successivi. Sulle confezioni, inoltre, in genere è indicata la fascia d’età consigliata per l’uso di ogni particolare tipo di ciuccio.

Per quanto riguarda il materiale della tettarella, invece, anche in questo caso ne esistono principalmente due tipi: in silicone e in caucciù. I succhiotti in silicone, in particolare, sono più morbidi rispetto a quelli in caucciù. Essi sono costituiti principalmente da silicio, un materiale che tende a non assorbire gli odori e a non deformarsi anche dopo numerose sterilizzazioni.

L’unico problema con questo tipo di ciuccio si ha con la nascita dei primi dentini: il silicone, infatti, tende a lacerarsi e alcuni pezzetti del ciuccio potrebbero essere ingoiati inavvertitamente. I ciucci in caucciù, invece, sono più resistenti proprio perché realizzati con una gomma naturale molto elastica.

Una particolare tipologia di ciuccio, poi, è quella per la notte: ciò che la differenzia è la presenza dell’anellino fosforescente che, illuminandosi al buio, consente al bimbo di recuperare subito il ciuccio perso durante il sonno.

Oltre alla forma e al materiale, poi, i ciucci si differenziano in base al colore e alla forma dello scudo esterno: queste loro caratteristiche, ovviamente, non sono rilevanti nello sviluppo fisico del bambino e si ha quindi, massima libertà di scelta.

Come e quando togliere il ciuccio

Nonostante sia un buon alleato per i genitori e il bambino, il ciuccio non può essere utilizzato a lungo ed arriva, quindi, il momento di farne a meno. Nonostante non ci sia un’età particolare per togliere il ciuccio, i tre anni è forse l’età più indicata.

Qualsiasi momento si scelga, comunque, è importante che non sia una decisione immediata e brusca, soprattutto se il bambino è abituato a utilizzarlo frequentemente. In primo luogo è opportuno scegliere un momento privo di stress: i primi giorni dell’asilo o i momenti di tensione in famiglia, quindi, non sono sicuramente i migliori. Sarebbe l’ideale provare, invece, durante una vacanza o comunque in un periodo abbastanza felice per il bambino.

L’atteggiamento dei genitori è importantissimo: niente rimproveri, ricatti, critiche e altri comportamenti che potrebbero far nascere sensi di colpa e ansia nel bimbo. Lasciare il ciuccio per lui non è facile, proprio perché deve rinunciare a un oggetto che gli infonde sicurezza e rassicurazione. L’importante è coinvolgere il bambino in tutte le decisioni prese al riguardo e aiutarlo mettendo in atto alcune piccole strategie.

Tra le diverse strategie, ad esempio, si può coinvolgere il bambino in attività e giochi soprattutto nei momenti di maggiore tensione. Potrebbe essere utile anche mostrargli bambini della sua stessa età che non usano il ciuccio ed eventualmente eliminare il ciuccio da bambole e bambolotti.

Si può spiegare al bimbo, poi, che potrà utilizzare il ciuccio soltanto di notte e che durante il giorno dovrà farne a meno e si può scegliere insieme una scatolina in cui conservarlo durante il giorno (sapere dov’è è già un fattore rassicurante per il bambino). In ogni caso, è importante premiarlo con complimenti, carezze, abbracci e piccoli regalini quando riesce a farne a meno.

Spesso succede che i bambini decidano autonomamente di fare a meno del ciuccio, soprattutto se sono stati abituati ad utilizzarlo poco: di solito, in questo caso, le sensazioni di stress relative all’abbandono del ciuccio sono minori e di breve durata.

Publicato: 2010-06-13Da: Redazione

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