Come scegliere il caminetto a bioetanolo

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Bioetanolo

Il caminetto a bioetanolo è una particolare tipologia di camino che viene sempre più utilizzata come arredo funzionale per gli ambienti domestici, e non solo. Questo viene alimentato con un combustibile che deriva dalla fermentazione di biomasse vegetali, ovvero l’etanolo o – meglio – il bioetanolo. Dal momento che si tratta a tutti gli effetti di puro alcool etilico denaturato, in seguito alla combustione non vengono rilasciate né sostanze chimiche nocive per la salute, né odori sgradevoli e nemmeno particolato che, al contrario, si sprigionano bruciando legna o pellet.

Il bioetanolo utilizzato appare come un liquido incolore, il cui potere calorifico è di circa 7 KW/ora. Le materie prime utilizzate sono di provenienza forestale e/o agricola (es. mais, patate, residui vegetali…) e vengono sottoposte a processi di fermentazione naturale che trasformano gli zuccheri contenuti nelle biomasse vegetali in alcool etilico. Il prodotto finale si ottiene per distillazione a livello industriale. Il bioetanolo viene solitamente commercializzato in taniche di plastica di diversa capienza, solitamente da 5 litri. Spesso le taniche presentano una filettatura alla quale è possibile avvitare un rubinetto che permette di travasare il liquido senza sprechi né perdite accidentali.

Il caminetto a bioetanolo è la soluzione ideale per chi non può (o non vuole) realizzare una canna fumaria, ma desidera ugualmente avere in casa un angolo accogliente nel quale veder ardere un bel fuoco. L’etanolo non è caratterizzato da un grande potere calorifico, ma il caminetto è comunque in grado di riscaldare ambienti interni sino a 45-50 metri quadri, nel caso dei modelli più grandi. Questi caminetti sono in grado di creare un’atmosfera intima e rilassante, ideale per serate romantiche o in compagnia degli amici. Continua nella lettura per avere utili informazioni su come scegliere il giusto caminetto.

Funzionamento

Il caminetto a bioetanolo, se confrontato con altre tipologie classiche, presenta numerosi vantaggi già in fase di installazione. Innanzitutto non vi è la necessità di collegarlo ad una canna fumaria o di crearne una ex novo, un aspetto che frena di solito le persone che vorrebbero un camino nel soggiorno di casa propria.

Inoltre non deve essere collegata né all’impianto del gas né a quello elettrico, riducendo perciò i tempi ed i costi per l’installazione. Per l’installazione non sono richieste particolari competenze tecniche e con un po’ di manualità è possibile procedere da soli, senza l’ausilio di specialisti. Può essere collocato in qualsiasi ambiente, isolato o meno, dal momento che è del tutto indipendente dal punto di vista energetico.

In più non necessita di alcuna autorizzazione o permesso per l’installazione, e se correttamente utilizzati sono sicuri per le persone e per le cose. Infatti, dal punto di vista della normativa, i biocamini sono equiparati ai comuni complementi di arredo per la casa.

Un caminetto a bioetanolo, a differenza dei modelli a legna o delle stufe a pellet, non sporca la casa dal momento che non produce né fumo, né polveri sottili, né odori sgradevoli, né ceneri. Pertanto la sua pulizia è semplice e rapida. Le aziende produttrici doffrono solitamente garanzie di 24 mesi sul prodotto e mettono a disposizione il loro servizio di assistenza al cliente in caso di malfunzionamenti o guasti.

Combustibile

Dal momento che il caminetto brucia alcool etilico, verrebbe spontaneo chiedersi perché sia necessario acquistare del bioetanolo quando al supermercato si può tranquillamente trovare del comune alcool etilico (e a prezzi più convenienti). La domanda non è affatto scontata e merita una spiegazione accurata.

Prima di essere messo in commercio, l’alcool etilico viene sottoposto ad un processo di denaturazione che consiste nell’aggiunta di particolari sostanze (denaturanti, appunto) che lo rendono inadatto all’utilizzo alimentare e farmaceutico industriale.

È per questo che l’alcool che si trova sugli scaffali dei supermercati è detto “denaturato”: questo liquido è infatti composto per il 90% da alcool etilico e per circa il 2% da queste sostanze denaturanti. In questo modo l’alcool può essere commercializzato in esenzione d’accisa, a prezzo notevolmente inferiore rispetto all’alcool destinato ad utilizzi alimentari (un litro di questo costa sui 12 euro, come sa bene chi produce liquori in casa).

A seconda del tipo di denaturazione cui è sottoposto, l’alcool etilico presenta una resa energetica maggiore o minore, una diversa colorazione della fiamma prodotta e, in molti casi, un odore sgradevole. Ad esempio il comunissimo alcool rosa del supermercato che si utilizza per le pulizie viene denaturato in modo tale da non essere utilizzabile nei biocamini. Infatti bruciando questo alcool vengono sprigionati odori particolarmente penetranti ed acri, in conseguenza della combustione dei denaturanti contenuti come ad esempio il metiletilchetone e il tiofene. Nemmeno l’alcool in gel è utilizzabile come combustibile, dal momento che contiene l’acetone che è un composto estremamente irritante.

Ecco perché è necessario utilizzare solo i combustibili “giusti” nei biocamini. Questi sono caratterizzati dalla presenza di particolari denaturanti che, in seguito alla combustione, non rilasciano sostanze sgradevoli o pericolose per la salute.

Sicurezza

Dal momento che questi dispositivi prevedono l’utilizzo di combustibili estremamente infiammabili, è necessario prestare grande attenzione alla sicurezza. Prima di acquistare un qualsiasi combustibile è bene informarsi riguardo alla possibilità di poterlo utilizzare senza problemi nel proprio caminetto, per le questioni legate alla denaturazione discusse nel paragrafo precedente. Al commerciante bisogna chiedere informazioni dettagliate riguardanti la composizione chimica della miscela e soprattutto la tipologia dei denaturanti e degli altri eventuali additivi (es. coloranti) che essa contiene. In alternativa si può direttamente richiedere di visionare la scheda tecnica della miscela, obbligatoria secondo la legge italiana.

Il combustibile deve essere conservato in un luogo sicuro, al riparo da qualsiasi potenziale causa d’incendio (scintille, fonti di calore, circuiti elettrici…). La normativa di riferimento per la conservazione dei prodotti combustibili è il Decreto Ministeriale 16/02/1982, “concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi“. Per un dettaglio sulla normativa, il testo completo si può scaricare in formato .pdf sul sito della UPRoma. Si ricorda inoltre che nel caso si intendessero stoccare significativi quantitativi di alcool etilico è necessario consultare la sede dei locali Vigili del Fuoco e richiedere un certificato apposito.

Per quanto riguarda gli aspetti della sicurezza durante l’utilizzo, nel locale dove si trovano i biocamini è richiesto un adeguato ricambio di aria (esattamente come avviene nel caso di qualsiasi altro prodotto a fiamma libera).

Quanto costa

I prezzi di acquisto per un caminetto a bioetanolo possono variare notevolmente a seconda del modello. In genere bisogna mettere in conto una spesa minima di almeno 400-600 euro per uno di piccole dimensioni e di semplice fattura, ma di buona qualità. Se ci si accontenta invece di semplici box da fissare al muro le spese sono decisamente più contenute, aggirandosi solitamente dagli 80 ai 150 euro. I modelli più grandi, che assomigliano a veri e propri camini sia in termini di forma che di dimensioni, possono costare anche sui 4.000 o 5.000 euro.

Per quanto riguarda i combustibili, i prezzi medi si aggirano intorno ai 30-35 euro per 10 litri di bioetanolo. Solitamente, acquistando quantitativi superiori, è possibile risparmiare sul prezzo d’acquisto.

Un ottimo modo per risparmiare è acquistare il proprio caminetto su uno dei tanti rivenditori presenti su internet. Grazie agli shop online ed ai siti dei produttori è possibile trovare informazioni sulle diverse tipologie e sui modelli disponibili. Acquistando direttamente dalle aziende produttrici si possono trovare caminetti a bioetanolo a prezzi di fabbrica, molto più convenienti rispetto a quelli che si trovano nei negozi fisici per via dell’assenza di intermediari di vendita. Talvolta è possibile anche approfittare di offerte speciali sulle rimanenze in stock.

Nel caso si scegliesse internet come modalità di acquisto bisogna tuttavia mettere in conto le spese di spedizione, che possono essere anche piuttosto onerose (nell’ordine delle decine di euro) e vanificare quindi il risparmio sui prezzi di listino. Alcune aziende, tuttavia, offrono alla propria clientela un servizio di consegna gratuito oppure richiedono un contributo per le spese di spedizione solo nel caso di ordini destinati a particolari zone geografiche italiane.

Da ultimo, ecco alcuni siti di produttori e rivenditori di caminetti a bioetanolo che si possono consultare per maggiori informazioni su modelli e prezzi:

Publicato: 2012-02-01Da: Redazione

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