Citycar

Categoria: Archivio Motori
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A cosa serve

La citycar serve per trasferimenti cittadini e anche grazie alle sue misure dovrà ben districarsi per le strade urbane: sorpassi, parcheggi, accelerazioni, fermate, soste e manovre di ogni tipo non saranno rese difficili dalle qualità di queste auto. Un termine più preciso per indicare questa categoria di vetture è superutilitaria (da non confondere però con utilitaria, auto sì di dimensioni contenute ma comunque maggiori di quelle di una superutilitaria o citycar).

Non è difficile capire il perché di questo nome, devono, infatti, essere auto utili e perciò sono di piccole dimensioni, semplici da guidare, leggere nel peso, con una bassa potenza e, in questi ultimi anni, prestano una maggior attenzione all’inquinamento con l’installazione di motori elettrici (questo ovviamente non avviene per tutti i modelli).

Viste le dimensioni (per alcuni modelli non si superano i 2,50 metri di lunghezza) possono essere l’ideale per i neopatentati o per chi si serve quotidianamente della propria auto per spostarsi nel traffico urbano per qualsiasi evenienza ma sono più difficili da portare su tratti a lunga o media tratta, sia per la potenza del motore (da un minimo di 700 cavalli) sia per il numero di persone trasportabili che in alcuni casi, escluso il conducente, è addirittura di uno.

A rendere le tratte lunghe più difficilmente percorribili concorre anche la limitatezza del portabagagli che in alcuni casi è praticamente assente quindi vacanze o gite domenicali con molte borse o valige con sé sono da archiviare.

Si tratta di un mercato in rapida espansione e, oramai, ogni casa automobilistica ha almeno un suo modello di Segmento A (altro nome per indicare questa categoria di automobili, a differenza del Segmento B con cui si indica solitamente le utilitarie) e anche il nascente mercato indiano ha recentemente messo in commercio un suo modello di citycar a buon mercato.

Vantaggi: dimensioni e prezzo

Per quanto riguarda il prezzo si parte dai 1700 Euro (5000 ne sono però necessari in Europa) per l’ultimo modello indiano ma il prezzo medio va dagli 8.000 ai 12.000 Euro, fino a un massimo di 29.000 per alcuni ultimi modelli di Segmento A Premium. L’aumento del prezzo dipende dal numero di porte, dal tipo di carburante utilizzato, dall’eventuale presenza di ABS, EBD e dei vari comfort che ormai riempiono le automobili (radio, navigatore satellitare, antifurto, etc. ). Se poi si contano gli eco-incentivi il prezzo può anche scendere fino a 5700. Chiaramente si parla di macchine nuove, se si preferisce citycar usate il prezzo può scendere fino ai 2000 Euro.

Per rendere l’auto più maneggevole in città bisogna considerare sopratutto le misure: per quanto riguarda la lunghezza si va da 250 a 373 centimetri mentre la larghezza oscilla tra i 152 e i 166 centimetri. Siamo chiaramente lontani dai 5 metri abbondanti di alcuni tipi di Sport Utility Vehicle (SUV).

I vantaggi sono constatabili anche nell’inquinamento: le categorie per le citycar vanno, infatti, dalla B alla E (più raramente alla F) quindi con emissioni di CO2 comprese tra 101 e 200 g/km, mentre per i SUV solo in alcuni casi si scende fino alla E, quindi le emissioni di CO2 sono sempre maggiori di 161g/km.

I vantaggi sono ancora visibili nei consumi: sempre considerando i SUV, si può arrivare anche a percorrere solo 8.1 chilometri con un litro, mentre con alcuni modelli di superutilitaria si può arrivare a quasi 30 chilometri. Questo ultimo dato si riscontra anche nell’autonomia: a fronte dei 518 chilometri percorribili con un pieno con alcuni modelli di SUV, con le citycar si può arrivare a 970 chilometri. In ogni caso si sono considerate le eventualità estreme.

Svantaggi

Le stesse misure possono rappresentare i suoi svantaggi: le misure troppo contenute e la potenza ridotta possono creare problemi fuori dalle strade urbane. Se, infatti, vogliamo auto veloci e destinate a percorrere lunghe tratte, la citycar non è per noi l’ideale, considerando tra l’altro che per alcuni modelli il portabagagli è praticamente assente e che permettono il trasporto di una sola persona (escluso ovviamente il conducente).

Considerando poi la velocità di accelerazione,  ne escono assolutamente sconfitte: sono necessari, infatti, pochi secondi ai sopracitati SUV (per alcuni modelli si arriva addirittura a 8 secondi, contro i 18 delle citycar) per passare da 0 a 100 km/h rispetto ai tempi ben più lunghi per le citycar.

La limitatezza dell’auto da città rende senz’altro il veicolo più facilmente trasportabile in mezzo al traffico cittadino e nei parcheggi, ma rende anche più complesse attività quotidiane come fare la spesa, trasportare grossi pacchi, accompagnare e/o riprendere i propri figli da scuola, dare un passaggio ai colleghi di lavoro, etc. Quindi l’acquisto, soprattutto dei modelli più piccoli, non è consigliato a chi ha una famiglia numerosa, a chi cerca auto veloci e a chi percorre molto spesso lunghe strade.

Un ultimo svantaggio potrebbe essere rappresentato dall’apparente forma “antica” delle citycar ma, bisogna ammettere che, in questi ultimi anni (e in particolare dal 2000) si è proceduti a sistemare questo aspetto con la creazione del cosiddetto Segmento A Premium: ormai quasi tutti gli ultimi modelli dispongono di tutti i comfort e di tutte le apparecchiature sofisticate (come lettore mp3, antifurto e navigatore satellitare, climatizzatore, sistema anti bloccaggio, ripartitore elettronico di frenata, programma elettronico della stabilità, etc.) degli altri modelli di auto e anche dall’esterno per quanto concerne i paraurti, i vetri e le ruote appaiono come dei modelli normalissimi di auto.

Citycar di segmento A

La citycar può esser posta all’interno della categoria definita, secondo gli standard europei di riferimento, Segmento A. Di questa categoria fanno parte tutte quelle auto di piccole dimensioni che possano essere caratterizzate da una praticità e maneggevolezza estrema.

Si potrebbero erroneamente collocare queste auto all’interno di un’altra categoria, la cosiddetta Segmento B, per quanto riguarda le sue caratteristiche. L’errore è comune e comprensibile, giacché le auto della categoria B hanno dimensioni ridotte e spesso scarse ma comunque maggiori di quelle della categoria precedente.

Per non fraintendere le terminologie e spianare l’argomento con maggior chiarezza, possiamo affermare che il Segmento B ammette al proprio interno le vetture di dimensioni medio-piccole. Comunque sia, per quanto riguarda il tipo di patente necessario per poterle guidare, fanno tutte parte della categoria B quindi l’età minima per poterle guidare è quindi 18 anni.

Facendo parte di questa categoria tutte le citycar avranno necessariamente, al di là delle piccole differenze, un peso al massimo di tre tonnellate e mezzo e potranno trasportare non più di 9 persone, incluso il conducente. Bisogna in ogni caso dire che sono rari i casi in cui arrivi addirittura a 9 posti, giacché in tal caso si può parlare di Utilitaria (o Segmento B) o, meglio ancora, di segmento C o D, cioè di quelle auto che nella divisione americana indicano auto più voluminose e più familiari.

Ultimamente, per il pubblico più esigente sul punto di vista estetico, si sta diffondendo il Segmento A premium, un tipo di superutilitaria pieno di ogni comfort e utilità e che non tralascia l’aspetto tecnologico con l’installazione di lettore mp3, condizionatore, navigatore e antifurto satellitare per quanto riguarda l’aspetto forse meno propriamente all’auto ma questa tipologia riguarda anche le varie componenti dell’auto come motore, finiture ed allestimenti.

Consumi e potenza

Uno dei maggiori pregi è rappresentato dai consumi che sono largamente al di sotto di quelli delle altre tipologie di auto. Visti anche i tempi di crisi sotto questo punto di vista l’acquisto dell’auto da città rappresenta senz’altro un notevole risparmio.

Valutando gli stessi dati si nota che raramente i valori dei consumi e dell’inquinamento delle citycar superano quelli dei Veicolo Utilitario Sportivo (SUV). Significative in tal senso sono le cifre di un modello della Mini (nota produttrice di superutilitarie o, più esattamente di Segmento A) e di un modello della Fiat: in questo caso i consumi e l’inquinamento prodotto dalla citycar sono maggiori di quelli del ben più grande SUV.

Comunque sia, tolto questo caso, i consumi e l’inquinamento sono solitamente compresi tra la classe A ed E (eccezionalmente si arriva alla F) per quanto riguarda l’inquinamento mentre per quanto riguarda i consumi si parte dalla A per i modelli più piccoli sino alla E o alla F con alcuni modelli di Segmento A premium. Si va quindi dai 100 ai 200 g/km di emissioni di Co2 (in pochi casi si arriva a 250 g/km) e da un minimo di 9 km/l ( raramente si ha un minimo di 5) fino a un massimo di 30 km/l.

Dal punto di vista della potenzialità le citycar non sono invidiabili: i modelli più piccoli, e quindi più pratici, hanno sì bassi consumi ma anche un numero di cavalli ridotti e quindi una bassa accelerazione (uno dei casi estremi è di 19,8 secondi per raggiungere i 100 km/h partendo dagli 0). Ma se vogliamo un’auto pratica, adatta alle strade della città, dai consumi bassi e facile da parcheggiare, possiamo anche tralasciare l’importanza di questi valori di potenza e accelerazione che in questo caso risultano marginali.

Publicato: 2010-04-03Da: Redazione

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